Le date di Sanremo al momento restano confermate. Anche perché l’ipotesi di un ulteriore slittamento del festival è valutabile solo ad un mese circa dalla manifestazione, se i numeri dei contagi si rivelassero ad altissimo rischio.
Nell’incertezza sulla dimensione della cosiddetta terza ondata del Covid e dei conseguenti provvedimenti governativi, sul festival pesa un’altra incognita: la presenza della stampa. L’ organizzazione di una sala stampa, come l’ abbiamo conosciuta prima della pandemia, è densa di pericoli. E l’unica soluzione realmente senza rischi per la salute dei giornalisti è quella di una sala stampa ‘virtuale’, con la conferenza stampa principale in streaming (ma con possibilità di inviare domande) e conferenze da remoto anche di tutti i cantanti protagonisti al festival.
Tutte le altre ipotesi che la Rai sta formulando per una sala stampa ‘in presenza’ espongono a troppi rischi, nonché ad una serie di adempimenti da parte dei giornalisti che renderebbero comunque molto difficile il lavoro. La prima, quella di una sala stampa in presenza (trasferita dal roof dell’Ariston al Palafiori), implicherebbe che per rispettare i distanziamenti Covid, non entrassero comunque più di 150-200 giornalisti (con una riduzione forte del numero degli accrediti finora concessi tra carta stampata e radio-tv e conseguenti proteste degli esclusi).
Inoltre, la frequentazione di così tante persone e per tante ore al giorno, renderebbe obbligatori per la sicurezza di tutti i tamponi (almeno due durante la settimana festivaliera) e i conseguenti ‘tracciamenti’ che, in caso anche di un solo caso positivo, bloccherebbero diverse persone nelle loro stanze (di alberghi, case o B&B).
Non solo: l’ ingresso al Palafiori per evitare assembramenti, andrebbe scaglionato per fasce orarie, così come l’ accesso ai servizi igienici. Sarebbero comunque enormi i problemi di sanificazione con un lasso di tempo d’ apertura della Sala che va dal mattino alle prime ore del giorno dopo. La seconda soluzione presa in esame – secondo quanto apprende l’ Adnkronos – è una soluzione intermedia: aprire una sala stampa al Palafiori solo per tre ore al giorno, il tempo di tenere la quotidiana conferenza stampa di fine mattinata. Soluzione più controllabile ma con rischi però comunque simili a quelli della prima soluzione e con i giornalisti che dovrebbero poi seguire il festival dalla loro stanza d’albergo o della casa presa in affitto.