Il più grave incidente stradale della storia d’Italia
Il 28 luglio del 2013 un autobus, con a bordo 47 persone, cade da un viadotto dell’autostrada, e uccide sul colpo 38 persone. Altre due moriranno in ospedale, otto i feriti. Si tratta di persone che rientravano da Pietrelcina per arrivare a Pozzuoli a bordo di un autobus di una società privata.
La ricostruzione dell’incidente
Sono le 20.30 circa: l’autobus, in discesa, inizia a prendere velocità e diventa subito ingovernabile. Si scoprirà poi che un giunto cardanico dell’albero di trasmissione si era rotto, tranciando l’impianto frenante. L’autobus, in piena discesa poco prima dell’arrivo sul viadotto dell’Acqualonga, diventa un missile.
Con i freni che non rispondono, l’autobus inizia a sbandare, colpisce alcune auto presenti sulla carreggiata prima di sfondare il guardrail e finire nel baratro, un volo nel vuoto di oltre trenta metri.
Dopo 7 anni la differenza con il Ponte Morandi. “C’ è ponte e ponte: i morti di Acqualonga sepolti dal Morandi”.
“Il Fatto Quotidiano” a sette anni dalla tragedia di Acqualonga intervista Rosario Cantelmo, il pm che accusò Autostrade che ricorda quei momenti drammatici:
“Accertammo che i chiodi che bloccavano le barriere laterali erano completamente corrosi dalla ruggine. Quella sciagura era evitabile. Disattenzione, colpevole negligenza, totale disprezzo dei doveri.
Nessuno ricorda la miseria della ferraglia arrugginita di Acqualonga, tutti l’imponenza del ponte Morandi, quel boato misterioso, l’ urlo della signora che filma il momento”