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Emilia: Bonaccini riconquista la regione: “Grande soddisfazione”

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Stefano Bonaccini, presidente dem dell’Emilia-Romagna, ha riconquistato la Regione. In viale Aldo Moro, a Bologna, è arrivato in piena notte, con i seggi ancora impegnati nello scrutinio delle schede, sottolineando la sua “soddisfazione per un risultato straordinario: partivamo con 7-8 punti sotto alle europee, vuol dire che abbiamo fatto una cavalcata in pochi mesi che ha fatto recuperare tantissimo”.

E nel riprendere possesso della sede della Regione, che negli ultimi 5 anni l’ha visto governatore, non risparmia una stoccata al Carroccio:
“Spero sia di insegnamento alla Lega, che ha cercato di trasformarla in una battaglia Salvini contro Bonaccini che aveva anche poco senso.
Sarebbe stata Bonaccini contro Borgonzoni, ma hanno voluto trasformarla in Salvini contro Bonaccini e ha vinto Bonaccini”.

Anzi, precisa, “spero sia di insegnamento alla Lega, c’è qualche segretario della Lega in Emilia-Romagna che spero mi chieda anche scusa delle cose che ha detto in questi mesi”. Per Bonaccini qualche voto gli è arrivato anche da destra: “Da qualcuno a cui questa propaganda leghista non gli è piaciuta per niente”. Il voto disgiunto, poi, ha avuto un peso: “Sicuramente ha portato un beneficio, più che in passato. In particolare tanti esponenti dei 5 stelle hanno invitato a usarlo. Sapendo che con la legge elettorale non avrebbero vinto, gran parte di loro ha pensato che non era indifferente se vincevo io o la mia avversaria”.

Questa vittoria del centrosinistra, sottolinea ancora il presidente rieletto, insegna come “si possa fare una coalizione senza necessariamente, nel centrosinistra, litigare, che la si possa allargare a tanto civismo che per la prima volta prende responsabilità per provare a governare, che bisogna avere l’ambizione di immaginare che c’è molta più gente di quella che pensiamo, e ce l’hanno detto anche le sardine, che non vuole una politica solo di rabbia, odio, incitamento, urla

Zingaretti: “Noi pilastro di alternativa a destra” 

Nicola Zingaretti scende in strada, sotto al Nazareno, che è quasi l’una. “Il 4 marzo è alle nostre spalle”, scandisce il segretario dem davanti alle telecamere. Il Pd irrilevante, schiacciato tra il bipolarismo Lega-M5S è archiviato. Lo ‘spauracchio’ del voto in Emilia delle ultime settimane si è sciolto con la vittoria netta di Stefano Bonaccini. Matteo Salvini battuto, i
5 Stelle “in un travaglio che è sotto gli occhi di tutti”. Per i dem, per la forza del Pd nel governo e anche per il segretario in carica si apre una nuova fase.

“Il Pd è il pilastro fondamentale, e non vogliamo essere da soli, di un campo di forze schierato contro la Lega, che è una forza estremista. E questo nonostante due scissioni”, dice Zingaretti che conferma la lealtà al governo che, dice, “esce rafforzato perchè è stato Salvini” a voler fare delle regionali un test nazionale: “Ha cercato la spallata e ha fallito”.

L’altro partner di governo, i 5 Stelle, escono ammaccati dalla tornata elettorale. E a loro Zingaretti offre una riflessione: “Non mi permetto di dire nulle. Il voto conferma che c’è un bipolarismo e spero che ne prendano atto. Parlo da alleato e non da avversario”, scandisce. Insomma: o di qua o di là. Spazio per ‘terze vie’ non ce n’è. Lo dice esplicito il vicesegretario Andrea Orlando: “I 5 stelle si trovano a un bivio: decidere se andare avanti con la linea Di Maio o se invece prendere una strada diversa nel campo progressista”.

 

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