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Vaticano, Papa accoglie dimissioni Capo Gendarmeria

Roma, 14 ott. (askanews) - Si è dimesso, come si vociferava da giorni, il capo della Gendarmeria vaticana, Domenico Giani. Sulla decisione ha pesato la vicenda della divulgazione alla stampa della notizia della sospensione dei 5 dipendenti vaticani, in seguito alle indagini - partite dello Ior - su una movimentazione di fondi, richiesta dalla Segreteria di Stato vaticana, per la perfezione dell'acquisto di un bene immobiliare a Londra, precedentemente acquisito a titolo di investimento. "Lo scorso 2 ottobre - scrive la Sala Stampa della Santa Sede in una nota - alcuni organi di stampa hanno pubblicato una Disposizione di Servizio riservata, firmata dal Comandante del Corpo della Gendarmeria, dottor Domenico Giani, riguardante gli effetti di alcune limitazioni amministrative disposte nei confronti di personale della Santa Sede. Tale pubblicazione è altamente lesiva sia della dignità delle persone coinvolte, sia della stessa immagine della Gendarmeria. Volendo garantire la giusta serenità per il proseguimento delle indagini coordinate dal Promotore di Giustizia ed eseguite da personale del Corpo, non essendo emerso al momento l`autore materiale della divulgazione all`esterno della disposizione di servizio - riservata agli appartenenti al Corpo della Gendarmeria e della Guardia Svizzera Pontificia - il Comandante Giani, pur non avendo alcuna responsabilità soggettiva nella vicenda, ha rimesso il proprio mandato nelle mani del Santo Padre, in spirito di amore e fedeltà alla Chiesa ed al Successore di Pietro". "Nell`accogliere le dimissioni, il Santo Padre si è intrattenuto a lungo col Comandante Giani e gli ha espresso il proprio apprezzamento per questo gesto, riconoscendo in esso un`espressione di libertà e di sensibilità istituzionale, che torna ad onore della persona e del servizio prestato con umiltà e discrezione al Ministero Petrino e alla Santa Sede. Papa Francesco ha voluto ricordare anche la sua ventennale, indiscussa, fedeltà e lealtà e ha sottolineato come, interpretando al meglio il proprio stile di testimonianza in ogni parte del mondo, il Comandante Giani abbia saputo costruire e garantire intorno al Pontefice un clima costante di naturalezza e sicurezza. Nel salutare il dottor Domenico Giani - conclude il comunicato - il Santo Padre lo ha anche ringraziato per l`alta competenza dimostrata nell`espletamento dei molteplici, delicati servizi, anche in ambito internazionale, e per il livello di indiscussa professionalità a cui ha portato il Corpo della Gendarmeria". "Gli eventi recentemente accaduti hanno generato un grave dolore al Santo Padre e questo mi ha profondamente colpito. Sono trascorsi 15 giorni dalla pubblicazione del documento che era stato inoltrato ad uso interno esclusivamente per Gendarmi e Guardie Svizzere. Come indicato nel comunicato della Sala Stampa del primo ottobre, è in corso un`indagine e le persone coinvolte sono state raggiunte da un provvedimento amministrativo. L`uscita di questo documento, pubblicato da alcuni organi di stampa, ha certamente calpestato la dignità di queste persone. Anche io come Comandante ho provato vergogna per quanto accaduto e per la sofferenza arrecata a queste persone. Per questo, avendo sempre detto e testimoniato di essere pronto a sacrificare la mia vita per difendere quella del Papa, con questo stesso spirito ho preso la decisione di rimettere il mio incarico per non ledere in alcun modo l`immagine e l`attività del Santo Padre. E questo, assumendomi quella 'responsabilità oggettiva' che solo un Comandante può sentire". Lo ha spiegato ai media vaticani Domenico Giani. "Vivo questo momento difficile - ha detto Giani ad Alessandro Gisotti, vice direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione - con la serenità interiore che, chi mi conosce, sa che ha contraddistinto il mio stile di vita anche di fronte a vicende dolorose. Ho dedicato 38 anni della mia vita al servizio delle istituzioni, prima in Italia, e poi per 20 anni in Vaticano, al Romano Pontefice. In questi anni ho speso tutte le mie energie per assicurare il servizio che mi era stato affidato. Ho cercato di farlo con abnegazione e professionalità ma sentendomi, come il Vangelo di due domenica fa ci ricorda, serenamente un 'servo inutile' che ha fatto fino in fondo la sua piccola parte". "Nel corso dei colloqui avuti con il Santo Padre in questi giorni - ha continuato - ho sempre avvertito quella paternità che ha contraddistinto lo speciale rapporto che ho avuto con lui, sin dall`inizio del Pontificato, e credo di poter dire che ciò era visibile a tutti. Ho avvertito sempre, in questi incontri, l`umana sofferenza del Santo Padre nella decisione condivisa. Il Papa, d`altronde, conosceva però anche alcune fatiche personali che ormai da mesi stavo portando e anche un desiderio di dedicare maggiore tempo alla mia famiglia, a mia moglie e ai miei figli. Sono dunque profondamente grato al Santo Padre perché il suo attestare la mia lealtà, l`onore e la fedeltà con cui ho svolto il mio servizio, mi aiuta ad affrontare con serenità il futuro e i nuovi impegni che potrò assumere, nell`ambito delle mie competenze, dopo questa esperienza straordinaria".

Papa Francesco ha accettato le dimissioni del comandante della Gendarmeria vaticana Giani, che ha rivendicato tuttavia di “non avere alcuna responsabilità” nella vicenda della divulgazione della disposizione di servizio sull’inchiesta che coinvolgeva la Segreteria di Stato e l’Aif.

Giani è stato per vent’anni alla testa della Gendarmeria, al servizio di tre papi.

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