È uno dei produttori televisivi del momento, Michele Romano. La sua ultima trasmissione, “Il Nostro Capitale Umano”, in onda ogni sabato mattina su Raidue, condotta da Metis Di Meo, è uno dei più grandi successi della calda stagione. Per l’occasione, StudioLive24 lo ha intervistato.
Michele, soddisfatto dei risultati del tuo nuovo programma?
Sarei ipocrita se dicessi il contrario! Il Nostro Capitale Umano, su Rai2 è un progetto autoriale totalmente nuovo, che guarda finalmente in maniera positiva al nostro contesto sociale e lavorativo. È stato come sognare tre numeri e giocarseli al lotto. I numeri eravamo noi con tutto quello che potevamo realizzare e la ruota non era quella di una sola città ma di tutta Italia. Fare questo programma mi ha emozionato, sì. E giorno dopo giorno sempre di più.
Tra tutte le storie raccontate, ce n’è una che ti ha colpito in particolare?
Ho una cornice di volti nella testa, siamo entrati nelle storie per comprenderle e per arrivare a sentirle nostre abbiamo instaurato rapporti reali con ogni protagonista. Storie diverse come lo sono le vite delle persone. Alcuni più vicini altri più lontani. Tutti, però oggi esistono per noi e ci resteranno.
Come si lavora accanto a Metis Di Meo?
Non ce la faccio più a sentire la gente che dice di lei che è bella. Metis è come una gelateria che ha mille gusti incredibili. Se ti fermi solo al primo perché è quello che a vista ti colpisce subito, beh allora non sai cosa ti perdi! Metis è colei che ha ideato il format e ne è capo progetto. Supervisiona tutto il girato e la luce della sua camera d’albergo alle tre di notte è quella del computer su cui sta rivedendo i testi che dirà il giorno dopo. Altro che gelateria, una multinazionale!
Ti piacerebbe lavorare, in futuro, a una prossima edizione del programma?
Tutte le cose belle ci lasciano dentro il desiderio che non finiscano. Alcune poi formano un ricordo, altre magicamente tornano. Ma ho imparato ad essere concreto e dei sogni si parla solo quando arriva la mattina.
Progetti futuri?
Il progetto futuro più certo è non vedere solo su Skype le mie bambine, Florinda e Anna, che mi mancano tanto e non vedere solo in foto il mare. Da lì si riparte perché siamo uomini e di questi parliamo ogni giorno!